FOGARINA: LA RISCOPERTA
Vitigno autoctono della provincia di reggio Emilia
Un vitigno dalle origini leggendarie, unico nel suo genere, portato dalle acque del fiume Po e cresciuto sulle sue sponde. Nello specifico nei comuni di Guastalla (RE), Gualtieri (RE) e Boretto (RE). Un’uva capace di dare vigore, frutto e acidità ad altre varietà meno vigorose.
SEGNI PARTICOLARI
La Fogarina è contraddistinta da un colore rubino chiaro e acceso, che racconta di un vitigno sano e rigoglioso, capace di spiccare tra le tonalità tenue e fredde tipiche del mese di novembre, in cui raggiunge il giusto grado di maturazione per essere vendemmiata.
La riscoperta di un vitigno autoctono
Fogarina di Gualtieri
La Storia della Fogarina
L’arrivo della Fogarina a Gualtieri
Novembre 1820. Riva del Crostolo (affluente Po) usato per fare il bucato, abbeverare il bestiame, pescare e fare il bagno. Carlo Simonazzi, pescatore di Gualtieri, nota una pianta carica d’uva sulla sponda del torrente. La trapianta nel suo podere.
ll dott. Mossini di Guastalla sosteneva che il vitigno fosse stato trasportato secoli prima da un’alluvione del Po in un bosco detto “Fogarin”, da cui deriverebbe il nome Fogarina.
Maturazione Tardiva
Tutt’ora, gli anziani agricoltori e le vendemmiatrici della nostra terra raccontano che la Fogarina “l’as vendumeva anca dop ai mort”, ovvero “si vendemmiava anche dopo i morti” per ribadire la maturazione molto tardiva che spesso si protraeva anche dopo il ponte di Ognissanti. Era inoltre abitudine contadina conservare nei cassetti dei comodini o appesi nei granai, i grappoli di uva Fogarina, quando acquistare frutta invernale era lusso per pochi, perché questa fantastica varietà era in grado di resistere fino a dopo Natale.
Sulla rivista L’Italia vinicola e agraria, nel 1929, il Senatore Arturo Marescalchi scrive:
«Ebbene questo è un bellissimo e sanissimo vino, splendido vivace color rubino e forte acidità fissa, e sicuramente immune da ogni attacco di malanni».
La Riscoperta
Nella seconda metà degli anni ’90 alcuni soci della Cantina di Gualtieri, memori delle potenzialità della Fogarina, che ormai da decine di anni non era più coltivata se non da una manciata di viticoltori, si posero l’obiettivo di salvaguardare le poche piante rimaste, per difendere la vita e l’identità di una varietà che aveva rappresentato un punto di riferimento per l’agricoltura e l’economia delle nostre terre, e che stava andando incontro ad una ingiusta scomparsa figlia della sempre più frequente perdita di biodiversità.
Con il grande sforzo di quei soci, la Cantina riuscì a isolare le poche piante rimaste andandole poi a clonare e a ripiantare. Questo nobile gesto ha fatto sì che attualmente la Cantina possa disporre di circa 4 ettari di Fogarina, l’uva autoctona che sta vivendo una seconda era di rigogliosità ed apprezzamento, dopo un lungo periodo di buio e di abbandono.
Archivio
- Elenco soci produttori di Fogarina (Scarica PDF)
- Programma sperimentazione Fogarina 2000 (Scarica PDF)
- Articolo sulla pigiatura Fogarina 200 (Scarica PDF)
- Invito presentazione Fogarina 2009 (Scarica PDF)
- Articolo presentazione Fogarina 2009 (Scarica PDF)
- Convenzione Comune Gualtieri 2009 (Scarica PDF)
- Iscrizione Registro BURERT 2015 (Scarica PDF)
- La leggenda Fogarina (Scarica PDF)
- Database Viticolo Italiano: Fogarina (Scarica PDF)
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